Patti Smith (Italian Edition) by Bonadonna Claudia

autore:Bonadonna, Claudia [Bonadonna, Claudia]
La lingua: ita
Format: azw3, epub
Tags: Musica
ISBN: 9788862314473
editore: Arcana
pubblicato: 2011-05-12T16:00:00+00:00

CITIZEN SHIP

Il giovane chitarrista Ivan Kral nasce a Praga nel 1948; sua madre è una musicista, il padre un giornalista dissidente. Dietro la cortina di ferro suonare rock è un atto sovversivo nel senso letterale del termine e il piccolo Ivan si fa subito notare dalle autorità per via della band che ha fondato, i Soot. Quando il padre denuncia l’invasione russa della Cecoslovacchia nella primavera del 1968, l’intera famiglia è costretta a emigrare. Il ventenne musicista senza patria trova rifugio a New York. E poi nel Patti Smith Group. Ricorda lei in una conversazione col giornalista rock Dave Thompson: “Ivan era una parte importante del nostro essere gruppo”.

Scritto insieme a lui, questo canto dolente pieno di ritmi di guerra e tastiere forti è un tributo alla sua vita di prima. Primavera di Praga, dunque, nelle strade bambini arrabbiati e carri armati russi...

I was nothing. It didn’t matter to me.

Ah, there were tanks all over my street.

There was water outside the windows

And children in the streets were throwing rocks at the tanks.

Non era nulla. Non m’importava.

C’erano carri armati ovunque nella mia strada.

C’era acqua fuori dalle finestre.

E i bambini nelle strade tiravano sassi ai carri armati.

Anche il resto del mondo è preso dalla febbre rabbiosa della rinascita. Patti rimembra i giorni di gloria del “movimento” nell’anno pieno di turbolenze che fu il ’68: un susseguirsi di rivolte razziali e manifestazioni contro la guerra in Vietnam fino all’apice dei disordini di Chicago (quando, durante la Convention del Partito Democratico che porta alla controversa candidatura a presidente di Hubert Humphrey, polizia e manifestanti hippie si danno battaglia per oltre una settimana).

They were rioting in Chicago, movement in L.A.

Sixty-eight it broke up the yardbirds.

We were broke as well.

Took it underground, empty borderline, up against the wall.

The wall. The wall.

Show your papers, boy.

Stavano manifestando a Chicago, c’era movimento a LA

Il ’68 ha distrutto gli Yardbirds.

Anche noi eravamo al verde.

Diventammo clandestini, borderline, spalle al muro

Il muro. Il muro.

Mostra i tuoi documenti, ragazzo.

Ma per chi fugge dal proprio paese la protesta ha tutt’altro sapore: l’ebbrezza della libertà si mescola all’amaro dell’abbandono, lo sperdimento dell’infinita possibilità diventa l’horror vacui di chi sta rinunciando a una parte della sua identità. La cittadinanza (citizenship), nelle mani da raffinata forgiatrice di parole di Patti, diventa allora la confortante metafora di un viaggio: è la nave della cittadinanza (citizen ship) che ci trasporta al di là dell’oceano verso la speranza di un nuovo status e di una nuova terra.

Ain’t got a passport.

Ain’t got my real name.

Ain’t got a chance, sport, at fortune and fame.

And I walk these endless streets, won’t you give me a lift.

A lift. A lift. On your citizen ship.

Non ho un passaporto.

Non ho il mio vero nome.

Non ho un’opportunità di fortuna o di fama.

E percorro queste strade senza fine, mi daresti un passaggio?

Un passaggio. Un passaggio. Sulla tua nave cittadinanza.

Patti descrive la condizione di Ivan, “piccolo cecoslovacco dalla piccola chitarra ma dal cuore grande”, un ragazzo senza patria, senza passaporto, senza nome. Dice ancora a Dave Thompson:

Ivan ci si

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